sabato 3 marzo 2012

Lasciare e Lasciar Andare




Meno male.
Meno male che esiste qualcuno che soffre irrimediabilmente a "lasciare e lasciar andare".

Talvolta penso di essere l'unica al mondo a soffrire così nauseabondamente.

Fingere di stare bene, fingere di non soffrire....è una fatica assurda e talvolta paradossale.....ma necessaria.

E allora deglutisco questo malessere assieme alla saliva sporca di acido.

In solitudine poi le permetto di vomitarsi fuori da sola......dentro al mio personalissimo crogiuolo in cui la lavoro, la giro e rigiro.......aggiungendovi smanate di filamentosi pensieri razionali......e mescolando e mescolando.........all'inizio i pensieri si sciolgono tristemente dentro quell'amalgama di dolore denso....ma continuo, a denti stretti......ne aggiungo e riaggiungo finché la mistura finalmente non comincia a schiarirsi.

E' il momento della rassegnazione.

Ma ci vuole tempo e fatica....e forti muscoli sulle braccia per girare quel liquido sporco con il mio caduceo, i cui i saggi serpenti tentano di ritirarsi scottati dal dolore bollente......e ci vuole un solido calderone che non si buchi facendo dilagare la tristezza senza controllo.......e ci vuole sudore........sudore liquido dalla fronte.....gocce di acqua e sale per purificare la pelle, l'animo e la mistura.

Finché poi non si è pronti per lasciare e lasciar andare.

E non v'è dimostrazione d'Amore più grande......sconfinata rispetto all'egoismo di voler trattenere a tutti i costi.

E' Alchimia.

E' Magia.




 

2 commenti:

  1. No,
    non deglutisco più né acido né lacrime salate,non più.

    Adesso, con gli anni, le lacrime le butto fuori in un modo fanciullesco e anche se me ne vergogno, continuo a farlo fino a crollare stremata.

    Continuo fino ad addormentarmi con le ciglia aggrovigliate ed umide, gli occhi gonfi, la gola che brucia.

    Le verso trasformando l'amarezza, la delusione di ciò che non è stato o è finito in un dolore sconcio.

    Le verso perché non sono perfetta ed in quei momenti lo sono ancora meno.

    Chi ha deciso che non ci si deve battere il petto per il dolore?

    Chi ha stabilito che si deve essere misurati, contenuti in un modo più imbarazzante del dolore stesso?

    Lo voglio urlare il mio dolore, lo voglio vomitare sui piedi di chi mi guarda e scuote la testa.

    Sui piedi di chi mi dice che devo reagire.

    E anche sui piedi della persona che se ne sta andando senza cambiare idea.

    E poi sui miei, piccoli e bianchi...sui miei che non faccio niente per trattenerla.

    Sui miei immobili sopra l'asfalto mentre apro le dita di una mano già vecchia.

    Dja *

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  2. Non piango praticamente mai.
    Difficile da credere, ma ritengo che piangere sia un sintomo di debolezza.
    Non fraintendermi.
    Non penso che tutti quelli che piangono siano deboli.
    Penso che IO se piango, sono debole.
    Penso che piangere sia fondamentalmente inutile, per me.
    Càpita fondamentalmente per RABBIA.
    Talvolta per gioia.
    Ma non mi capita quasi mai di gioire così profondamente.
    Piango per tristezza : quell'amputazione di cui parlavi.
    Ma sempre di nascosto.
    Di nascosto dagli altri.
    Di nascosto persino da me stessa.
    Di nascosto dalla parte marmorea di me.
    Piango poco.
    Soffoco i singhiozzi.
    Trattengo il fiato.
    Asciugo subito le lacrime ancora prima che scendono.
    Mi stringo le braccia sulla pancia per occupare il minor spazio possibile.
    Cerco di farlo durare il meno possibile.
    Perché non mi fa sentire meglio, ma talvolta mi viene.....così come capita il mal di pancia, così capita che venga da piangere.
    Ma la trovo una cosa davvero inutile, così la lascio sfogare silenziosamente ed in solitudine, aspettando che finisca.

    E poi piangere per la commozione, come giustamente dici tu, ha la necessità di essere una cosa "stra-ordinaria".

    Le mie lacrime scendono dentro, dietro agli occhi.
    Le mie urla si urlano dentro alla testa, in mezzo alle orecchie.

    "Chi ha deciso che non ci si deve battere il petto per il dolore?"

    Nessuno.
    Ognuno gioisce e vive il dolore come si sente.

    :)

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