venerdì 13 gennaio 2012

........cadendo...........









Tre saltelli sulla piattaforma.
In scala.
Piccolo, medio, grande.
Poi la spinta.
Il salto.
Perfettamente collegato con il trapezio che sta arrivando.
Un secondo sospesa nel vuoto e poi la salda presa.
E ricomincia.
Ricomincia l'avanti e l'indietro.
I movimenti del corpo in armonia con il taglio dell'aria, per aumentare l'arco dello spostamento.
Avanti : la gambe spingono da dietro, glutei stretti, fino in avanti a tagliare l'atmosfera che qua sopra si sente persino solida.
Gambe tese, punte dei piedi tese.
Giunta al termine dell'arco si torna indietro : le gambe spingono all'indietro, ora l'aria la percepisco a frustare il retro dei miei arti tesi finché si spostano oltre il baricentro del mio corpo.
Culo sporgente, tronco e gambe a formare una linea spezzata di 90 gradi per ridare spinta all'arco immaginario che disegno.
Il mio sguardo e' concentrato, fisso : penso che lo voglio. Sono sicura di volerlo. Sto adoperando ogni nervo del mio corpo per raggiungere il mio scopo.
Non vedo niente altro.
Tutto li', davanti a me.
Coerente, perseverante, spinta dall'aria. Dalla stessa aria che io spingo con il mio essere proiettato.
Le braccia tese, le corde del collo in tensione, i capelli sono l'unica cosa molle che segue l'aria e non si oppongono alla sua forza. Il bacino e' indurito assieme a tutta la muscolatura del corpo, il filo della schiena tirato ed elastico a seguire i movimenti delle gambe.
Avanti e indietro.
La velocita' d'esecuzione diminuisce a mano a mano che aumenta l'ampiezza dell'arco che descrivo nell'aria trasparente. Aria che non si vede, ma che io tocco e attraverso.
Avanti e indietro.
Una trapezista nell'aria che mette in pratica tutte le regole da seguire per raggiungere le mani del secondo trapezista.
Lui sta facendo esattamente le stesse cose che sto facendo io.
Adopera le tecniche.
Stringe i muscoli, amplia l'arco.
Lui e' a testa in giu' : le braccia tese e le mani che ad ogni spinta si aprono verso di me.
Dovrebbe afferrarmi.
Per le mani.
Avanti e indietro.
Anche lui descrive archi sempre piu' ampi.

Arriva il momento in cui l'arco non deve essere ampliato ulteriormente.

Lascio con uno scatto il bastone del mio trapezio, aprendo le mani di colpo.
Non posso più tornare indietro.
Non posso più riprenderlo.

Per un secondo il tempo si ferma ed io fluttuo immobile nell'aere rarefatto.
Devo fare solo un impercettibile movimento con il busto e raggiungere le mani del secondo trapezista che mi sta aspettando con le mani aperte come le mie.

Fluttuo.
Quasi immobile.

Ma non voglio.

Sposto il bacino all'indietro, invece che in avanti.

…..ed inizia la caduta.

Lenta.
In Slow Motion.
Di colpo tutti i miei muscoli si rilassano completamente cosi' come le corde del trapezio che ho appena lasciato.
L'aria che prima mi tagliava quasi la pelle, con tutta la sua violenza, ora e' diventata quasi un giaciglio impercettibile che accoglie la mia schiena rivolta parallelamente al pavimento.
Sto cadendo.
Schiena, braccia e gambe arcuate, occhi aperti a registrare la meraviglia del suo sguardo allibito che mi osserva instupidito dalla mia presunta stupidita'.
Un sorriso appena accennato si affaccia al mio viso mentre sento la gravita' che mi risucchia, tanto più potente quanto violenta era la spinta che mi spingeva verso di lui.
I miei organi interni sono tutti proiettati verso l'alto.....contrariamente a dove mi sto dirigendo.
Mi abbandono alla mia discesa che e' stata decisa in quell'attimo fuggente senza senso, mentre fluttuavo nello spazio.
Stendo il mio corpo in orizzontale per cadere attraverso lo spazio piu' lentamente.
Cadendo lo guardo. Diventa piccolo..........non che lo sia veramente.........e' piccolo a causa della mia decisione di allontanarmi da lui.............una specie di trompe-l'oeil vivente.........

“Sei uno scherzo.......un guaio.......una menzogna......”.........penso mentre cado.....

E continuo a scivolare attraverso l'aria.....finalmente libera da una presunta presa di mani sconosciute.....mi lascio andare all'ineluttabile......

…..l'ineluttabile rete che che mi accoglie e che mi fa rimbalzare su me stessa.......nuovamente su me stessa........

E sono dannatamente lontana dal cadere..........non sto cadendo......no.....sto rimbalzando nuovamente dentro me stessa, cosi' come era giusto e corretto ed inevitabile.
La rete tirata dal mio corpo mi avvolge come un guscio per poi risputarmi fuori con leggiadra violenza.......l'aria mi esce di botto dalla bocca, svuotando i polmoni......mi rannicchio per poi distendermi nuovamente....non e' piu' un sorriso accennato il mio, ma mi sento le labbra tese, tese verso l'alto.......in un riso silenzioso....la spinta mi fa mancare il fiato nei polmoni, la bocca e' spalancata senza emettere suoni.........il cervello e' abbandonato, godo infinitamente di questo attimo di rimbalzo che pare non finire mai.....
Potrei sentirmi sola in quest'istante, avendo abbandonato il mio contatto......ma non lo sono......non sono mai stata piu' lontana dal sentirmi o dall'essere sola. Dentro di me c'e' tanto spazio su cui rimbalzare, ampi spazi da visitare ed angoli ancora inesplorati in cui accomodarsi.
Mi si apre lo stomaco perche' ho fatto quello che sentivo dentro, nel profondo......dannatamente in opposizione alle fasulle costrizioni....
Mi esce il fiato dalla bocca aperta mischiato con il suono delle corde vocali....sembra quasi una risata.........ma non lo e'........e' solo fiato che esce spinto dalla rete di protezione che mi salva e che mi accoglie.........
Guardandolo la', per aria, seduto sul trampolino ad osservare il mio corpo che rimbalza ridicolamente, lo scorgo interrogativo negli occhi piccoli e distanti, mentre la rete mi solleva in aria per l'ennesima volta, ma questa volta piu' gentilmente e sempre meno, sempre meno fino a fermarmi.
Chiudo gli occhi e torno a regolarizzare il respiro.
Un residuo lieve dondolìo mi culla ancora mentre guardo in alto....i miei occhi si perdono nell'osservare le ultime oscillazioni del secondo trapezio vuoto.
Lui se n'e' andato.....e' scomparso dalla mia vista.
I due trapezi ora sono liberi.
Liberi per altri 2 nuovi partecipanti che nuovamente giocheranno con tecniche ed equilibri diversi, pronti ad afferrarsi le mani vicendevolmente o a lasciarsi cadere ed uscire dal gioco....e magari rimbalzare dentro se stessi.....o magari, ancora meglio, a cadere insieme......e magari l'uno dentro l'altra.

2 commenti:

  1. e questo è un post veramente difficile al quale rispondere.
    Primo perché è di una bellezza ed originalità sconvolgente;
    secondo perché parla di trapezisti, di evoluzioni e di Circo.

    A me che di evoluzioni ne faccio tantissime sia fisiche che mentali;
    A me che di artisti ne ho seguiti una marea perché in casa piaceva disegnarli, scambiarci due parole, viverli;
    A me che ancora adesso i Circhi mi fanno tristezza e quando vado, dove gli altri ridono: piango (come quando seguo i films)...

    Che meraviglia di racconto...mi sembrava di vedervi da sotto e di trattenere il respiro e mi sentivo una carogna nel bisbigliare tra i denti: " Attenta, non lasciare la presa, non la lasciare! "

    Non per sfiducia ma perché ci vuole troppo talento di cuore e di cervello per cadere insieme.
    Ancora di più per introdursi nell'altro e prendervi spazio con leggera plasticità, con grazia, con amorevole altruismo.

    Ti bacio Violantina :)*

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  2. Alla fine le evoluzioni col trampolino non sono altro che (banalmente) i corteggiamenti : corteggiamenti tra 2 persone che si piacciono.
    A volte durano all'infinito, a volte sono acrobazie mentali e fisiche degne di essere scritte su un libro, a volte finiscono subito perché uno dei 2 si lascia cadere fuori dal gioco.....a volte dal trampolino si ritorna sulla base di partenza.....a volte si decide di lasciarsi cadere insieme, uscire dal "gioco" e farlo diventare Amore.

    L'Artista è fuori dal mondo, eppure ci vive.
    E' un universo interessantissimo.

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