martedì 21 giugno 2011

Sabbat Litha


Il sole stava per tramontare.
Le persone accrocchiate prima della funzione, parlottavano a tratti. L'atmosfera era a mezza strada tra il teso e l'euforico.
Per alcuni era la prima volta.
Le bianche tuniche leggere svolazzavano in mezzo al verde dell'erba...dai sandali si poteva percepire il calore umido della Terra.
La pira era pronta. La legna era perfettamente accatastata a forma di cono.
Il sole iniziava il suo viaggio al di là della collina.
Ad un cenno del Sacerdote tutti si zittirono e si rivolsero al Cerchio Infuocato x la meditazione del Tramonto. Era un invito a dilatare il proprio essere, alla vera e profonda trasformazione del sé.
I Portatori del Fuoco iniziarono il loro compito : accendere le 5 torce alle estremità del pentacolo disegnato sul suolo. All'interno di queste si andava formando il Sacro Cerchio dai partecipanti.
L'ultima ad essere accesa fu la Fornace : l'immenso falò, al centro del Cerchio e del Pentacolo circoscritto, iniziava lentamente a bruciare.



Nel pomeriggio mi ero purificata nell'acqua salata del mare.
Avevo appoggiato le mie vesti sullo scoglio e, passo dopo passo, mi ero immersa in quel liquido tiepidume pre-estivo. Il sole allo zenit mi aveva surriscaldato la pelle. Il refrigerio dell'acqua mi faceva alzare tutti i peli del corpo ed appuntire i seni. La mia mente era concentrata sul Sacro Rito che mi avrebbe atteso quella sera. Dovevo liberarmi dalla negatività. Dovevo essere cristallina. Focalizzai i pensieri tutti sul mio corpo mentre passavo le mani bagnate sulle braccia, raccogliendo acqua le passavo sul viso e sui capelli, ancora acqua sui seni luccicanti, sotto al mare massaggiavo le gambe ed i piedi, sopra e sotto. Con movimenti circolari fregai con i palmi la carne delle mie natiche ed infine mi addentrai con poche dita a purificare il Fiore della mia fertilità. Uscii dall'acqua e rimasi in piedi davanti al sole affinché la brezza mi asciugasse. Un po' con gli occhi chiusi per percepire l'aria attraversarmi la mente, un po' con gli occhi aperti ad osservare l'orizzonte, perduta e rilassata. Finalmente la mia pelle era asciutta ed il sale si era cristallizzato come leggera polvere bianca sulle mie spalle.



La pira bruciava, le scintille si levavano al cielo che imbruniva e ricadevano sotto forma leggeri granelli di cenere soffice. Quella stessa cenere che l'indomani sarebbe stata mischiata alle sementi.
Il mio Compagno diede inizio alla preghiera del Fuoco, a voce bassa... come un mormorio si unirono altre voci. Le Sacre Parole aleggiavano nell'aere e s'infilavano tra gli alberi del bosco circostante e tra i rami degli alberi e tra le foglie dei rami.
A mano a mano l'atmosfera si scaldava e le parole si trasformavano in canti. Battevano le mani e battevano i tamburi. Il fuoco era alto.
Dopo che ciascun partecipante ebbe lanciato tra le spire brucianti ciò di cui voleva liberarsi, i Portatori del Fuoco si trasformarono in Separatori del Fuoco. Separarono la pira in due colonne distinte, continuando ad alimentarla.
I tamburi scuotevano l'aria.
Ora dovevo passarci attraverso. Davanti a me il mio Compagno. Dietro di me la Moltitudine.
Sentivo le guance e le braccia scottare, l'aria secca entrarmi negli occhi e bruciarli. Un leggero olezzo di peli bruciati ci accompagnava nel passaggio. Le tuniche sembravano del colore dell'arancio.
Oltrepassato il limite delle Colonne Infuocate, l'aria circostante tornava a farsi fresca ed umida e s'infilava con grazia nelle narici dando sollievo al petto.
I tamburi stavano raggiungendo lo zenit del ritmo tribale.
Il Fuoco ci aveva purificati. Aveva bruciato le nostre scorie. Ora eravamo pronti ad affrontare il nuovo anno con la Forza ed il Coraggio della Cosapevolezza. Gli Dei erano stati propizi.
Davanti all'altare eravamo pronti per il rito dell' Athame dalla nera impugnatura e del calice di Legno d'Ebano.  




Il Sabbat Litha stava giungendo al suo culmine.
I tamburi si bloccarono all'unisono.



Con lentezza calcolata riempii il calice di vino scuro mentre il mio compagno sfoderava l'Athame....guardavo con attenzione quasi ipnotica quel pugnale, simbolo fallico che sarebbe entrato dentro al contenitore che tenevo tra le mani : il gesto era teatrale perché tutti potessero vedere. I due archetipi fondamentali dell'Universo : Contenitore e Contenuto. Nella loro unione avrebbero misticamente spiegato quello che è il Dualismo Monistico. Il Dio e la Dea. L'unione del 2 in 1. Le energie opposte che danno luogo all'esplosione della Creazione.
In quel momento tutto scomparve attorno a me. Conservai nella mente solo il fragore del Sacro Fuoco ed il brusìo del sottobosco.

Vennero richiamate le Forze e le Energie argentee della Luna.
Il Sacerdote impugnò l'Athame con entrambe le mani e le alzò in aria.
La Sacerdotessa al suo fianco alzò la Coppa strabordante di succo d'uva.
Il pugnale scese lentamente e trafisse il liquido brunastro nel silenzio totale.
Il Tempo si era fermato.
Lo Spazio non esisteva più.
La Simbolica Fecondazione era avvenuta.

I tamburi ricominciarono a battere freneticamente. L'ordine ed il silenzio si trasformarono immediatamente in Caos.
Le menti eccitate dai simbolismi cominciarono a ricercare un appiglio nella realtà.
Il Mio Compagno fece uscire il pugnale dal vino e lo leccò con lingua lussuriosa e occhi infuocati. Io bevvi il vino scuro avidamente, con rivoli che parevano di sangue scendermi sulle gote e macchiarmi la candida veste.
E fu un tutt'UNO.
Con potenza e fermezza mi impugnò i fianchi e mi distese sopra l'Altare Sacro. Alzò la mia tunica e mi ritrovò completamente nuda e liscia e ambrata dal caldo sole. Le mie cosce bollenti ed inconsapevolmente bagnate.
Sotto la sua candida veste la sua virilità era gonfia e turgida e nervosa.
Penetrò il mio Fiore in un tripudio di urla ed eccitazione.
I miei sensi erano sconvolti.
Io rappresentavo la Madre Terra che deve essere Fecondata.
Ero purificata dall'Acqua, dal Sale e dal Fuoco.
Ero pronta per essere un Sacro Simbolo.
Distesa sull'Altare con gli occhi stralunati per il profondo godimento di carne e spirito, mi rendevo conto dell'energia sprigionata da noi 2 : il Sacerdote e la Sacerdotessa.
Eravamo l'esempio.
La moltitudine di tuniche bianche si era trasformata in una moltitudine di corpi danzanti nella lussureggiante foga dell'Amore e della Creazione.
Il Suo membro era diventato il membro di decine di maschi travolti dall'adempimento delle leggi naturali ed il mio gioiello di lava bollente era decine di gioielli roventi e grondanti.
Il mio fradiciore richiamava il Sacro Seme che avrebbe donato la fertilità alla Terra.
L'esplosione avvenne e fu lunga....lunghissima.....l'eco delle decine e decine di successive esplosioni sembrava si prolungasse all'Infinito e per un Tempo Eterno.....ciclo dopo ciclo...
La stagione della Grazia era cominciata.
Il Sacro Fuoco continuava a bruciare.
I tamburi rallentavano....le ultime urla di godimento si mischiavano al vento tiepido e salmastro che giungeva dal mare....che s'infilava tra gli alberi del bosco...che s'infilava tra i rami degli alberi...che s'infilava tra le foglie dei rami.....
...e soggiunse il Sacro Silenzio.....
...ed esplose silenziosamente in un quieto respiro la Creazione della Madre Terra Fecondata.

Nessun commento:

Posta un commento